Le conclusioni di uno studio pubblicato online in JAMA Internal Medicine indicano che il controllo intensivo della pressione sanguigna nei pazienti con diabete di tipo 2 non riduce o previene il declino cognitivo e sarebbe preferibile orientarsi sulla prevenzione della malattia e nell'intervento precoce. La combinazione di diabete di tipo 2 con comorbidità, inclusa l'ipertensione, è nota per aumentare la probabilità di deterioramento cognitivo o demenza se confrontata con il solo diabete di tipo 2, ma le strategie per la prevenzione in questo tipo di pazienti non sono chiare. Gli autori hanno voluto indagare l'ipotesi suggerita da studi preliminari riguardo il fatto che terapie antipertensiva e ipolipemizzante intensive possano rappresentare un approccio efficace, randomizzando 2977 pazienti diabetici a meno di 120 mmHg (approccio intensivo) o a meno di 140 mmHg (approccio standard), oppure alla somministrazione di un fibrato o di un placebo in pazienti con livelli di colesterolo LDL già controllati. A 40 mesi non sono state osservate differenze nella funzione cognitiva tra il gruppo con approccio intensivo rispetto allo standard o nel braccio a cui era stato somministrato il fibrato rispetto al placebo.
(Fonte Medscape)
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