E' stato pubblicato in European Journal of Preventive Cardiology uno studio i cui risultati evidenzierebbero che, per i pazienti trattati con le statine, solo una minoranza molto piccola può essere attribuita a questi farmaci. Come riportato dagli autori, in prevenzione primaria, il rischio di sviluppare diabete con le statine è reale , ma solo per un caso su cinque nuovi casi di diabete si può ipotizzare un probabile legame con l'utilizzo di questi farmaci, mentre in prevenzione secondaria, tale rischio è controbilanciato dalla riduzione delle morti cardiovascolari. Per valutare la proporzione di eventi collaterali sintomatici in pazienti trattati con le statine causati dal farmaco, i ricercatori hanno analizzato trial clinici randomizzati e controllati che hanno confrontato le statine con il placebo per la prevenzione primaria e secondaria di malattia cardiovascolare. L'analisi ha incluso un totale di 37618 partecipanti. In prevenzione primaria, la terapia con le statite ha aumentato il rischio assoluto di diabete dell'0.5% e ha diminuito il rischio di mortalità dello 0.5%. In prevenzione secondaria, il trattamento ha diminuito il rischio di morte del 1.4%. In prevenzione sia primaria che secondaria, la terapia era stata associata con un aumento assoluto dello 0.4% degli enzimi epatici. Gli autori hanno dichiarato che hanno rilevato che la maggior parte degli effetti collaterali in prevenzione primaria e secondaria erano comuni al braccio placebo e a quello sottoposto al trattamento con statine, con l'eccezione dell'aumento degli enzimi epatici e un aumento di diabete nella popolazione in prevenzione primaria.
(Fonte Medscape)