E' stato pubblicato nei giorni scorsi in JAMA Neurology uno studio che mostra come i livelli ematici della proteina tau totale (T-tau), sostanza che segnala danno assonale nel cervello, possano essere utilizzati come biomarker per misurare la severità della commozione cerebrale negli atleti e valutare quando sia sicuro riprendere l'attività. Come ha dichiarato Pashtun Shahim, MD, Sahlgrenska University Hospital, Molndal, Sweden a Medscape Medical News, i dati sono molto promettenti, ma è necessario ripetere la ricerca in un più ampio campione, prima di passare ad un utilizzo routinario di questa valutazione. Nello studio, le concentrazioni ematiche di T-Tau più elevate sono state rilevate immediatamente dopo il danno, e il loro livello è diminuito nelle 12 ore seguenti, con un nuovo picco tra le 12 e le 36 ore. Elemento essenziale è il fatto che le concentrazioni di T-tau misurate ad 1 ora dopo la commozione cerebrale hanno consentito di predire il numero di giorni necessari per la risoluzione dei sintomi della commozione e, quindi, il momento più sicuro per gli atleti nel quale riprendere l'attività.
(Fonte Medscape)
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